Se non vai al Primavera Sound non sei un vero italiano

Il pubblico di casa nostra è di gran lunga quello internazionale che maggiormente affolla la rassegna spagnola (che intanto continua a fare numeri da record). Se ci siete stati forse sapete il perché, se no ve lo diciamo noi

Primavera Sound sempre più italiano
Primavera Sound sempre più italiano

L'Italia è il primo paese estero per vendite di biglietti del Primavera Sound 2023 a Barcellona e Madrid. Il pubblico italiano è cresciuto del 64% rispetto al 2019 e ad oggi rappresenta il 10% delle vendite totali del festival. Questo il dato a soli due mesi dall'annuncio della lineup del Primavera Sound Festival che quest'anno conta oltre 200 artisti in due weekend consecutivi tra Barcellona (1-3 giugno) e Madrid (8-10 giugno), che vede tra le star dell'edizione Depeche Mode, Kendrick Lamar, Blur, Rosalía, Halsey, FKA twigs, Skrillex, Calvin Harris, St. Vincent, The Moldy Peaches, Le Tigre e Måneskin

Grande equilibrio di genere tra l'audience italiana del Primavera, che vede un 54,5% di maschi e un 45,5% di femmine, mentre riscontriamo un dato interessante tra le fasce d'età: i 30-34enni sono il 30% del pubblico italiano complessivo, seguiti dai 26-29enni (26%), gli over 40 (18%) e i 35-39enni (17%). Gli under 25 italiani non sono molto interessati al Primavera, addirittura i 18-20enni sono l'1% di tutto il pubblico. In pratica, gli italiani sono i più vecchi di tutto il pubblico del Festival. Facile anche capire il motivo: i giovani italiani (che fanno il mercato della musica in Italia) ascoltano perlopiù urban fatto da italiani, che per ora non è ancora approdato a palchi estteri di un certo spessore, anche perché molto spesso provinciale e derivativo di modelli americani. Di certo uno spunto da cui partire per porsi la domanda: perché gli italiani vanno in massa al Primavera Sound?

La mancanza di festival di livello internazionale in Italia

Ci sono molti festival interessanti nel nostro paese d'estate: il MI AMI per chi vuole ascoltare la nuova musica italiana, La bella estate che porta Bon Iver insieme ai Kings of Convenience, l'Ypsigrock per un meraviglioso viaggio in Sicilia, insieme ai vari festival "industriali" - Firenze Rocks, Rock in Idro etc. Il Primavera consente di vedere un sacco di artisti, tra il mainstream e l'indipendente, per un festival che non ha eguali nel resto d'Europa - se escludiamo lo Sziget a Budapest, in Ungheria, che porta Billie Eilish, David Guetta, Imagine Dragons e un sacco di altri ma spesso è dedicato a un altro target, quello più commerciale.

Una line up che spesso non passa dall'Italia

Un tempo, alcuni criticavano i festival che mettono insieme centinaia di band con la motivazione "troppo caos, preferisco vedere le band che mi interessano nei concerti nei club qui in Italia". Non farebbe una piega se non fosse che dopo il covid, in Italia ci sono sempre meno club e ci passano sempre meno band internazionali. Non è un paese che conviene, il pubblico è poco, i soldi in tasca sono quelli che sono, la benzina è alle stelle e molti act d'oltreoceano - ma anche alcuni europei, bypassano l'Italia. Quindi, se è pur vero che i concerti nei club sono insostituibili, per vedere alcune band dobbiamo passare assolutamente dal grosso festival.

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La tradizione

Come dicevamo prima, l'Italia è lo stato con più presenze straniere al Primavera, e questo è anche un po' per tradizione: gli ex ventenni che nei primi del duemila lo frequentavano da assoluti outsider, hanno continuato a tornarci ogni anno nonostante il Primavera indipendente e d'avanguardia degli esordi non esista più e il fest stia sempre più diventando un Coachella europeo, ecco perché oggi molti quarantenni si trovano in giro tra il pubblico: ormai conoscono tutti i bar, tutti gli hotel, si ritrovano in gruppi e ogni anno rinnovano la tradizione.

La voglia di Erasmus a 35 anni

Estate, voglia di ferie. L'Italia è un paese vecchio, lo sappiamo, ancorato al boom economico, alle ferie d'estate, alla nostalgia dell'Erasmus fatto oppure sognato, alla storia d'amore estiva con la (o il) bella (o bello) spagnola (spagnolo), alla voglia di fare baldoria fuori dai parti confini. Per un appassionato di musica, quale miglior viaggio, quale miglior Tinder se non quello in Spagna per uno o due weekend di sole, mare, musica, alcol, divertimento e flirt? Dai, non fate tutti gli Scaruffi, lo sappiamo benissimo che un festival è anche questo.

Lo status symbol

Frequentare il Primavera da italiano dà l'illusione di essere in un ambiente esclusivo, da qui l'ironia pensando a quanti italiani ci sono. La foto all'entrata, le storie Instagram quando la band fa quella o quell'altra canzone super famosa, ripresa da tutti, che intasa il flow dei social, la giornata tutta condivisa, dalla colazione fino a  notte fonda. Anche questo è Primavera: serve per mostrare di esserci, è il bollino di figaggine dell'estate indie e, dal momento che il Coachella è troppo lontano e non è abbordabile a livello di costi, è il momento in cui mostrare tutti gli outfit e i make up più euforici, quelli che in Italia difficilmente si possono sfoggiare per paura di passare male o di non essere a proprio agio. 

 

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Tutti sotto i Måneskin

La mia scommessa è questa: di tutte le persone che alla vista del nome Måneskin bello grosso in cartellone tra FKA Twigs e St. Vincent hanno storto la bocca che neanche Stallone nel primo Rocky, quante faranno le alternative a tutti i costi e ci faranno sapere di non essere andate a vedere la band romana e quante invece si troveranno lì sotto a titolo post ironico, ma poi in realtà perché veramente curiose di vedere coi propri occhi quello che Damiano, Ethan, Victoria e Thomas stiano rappresentando a livello mondiale? Beh, non so voi, io un giretto lì sotto me lo farei.

 

 

 

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L'articolo Se non vai al Primavera Sound non sei un vero italiano di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-01-18 10:08:00

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